La Grecia. Siamo ritornati a dove era cominciato tutto, dove é nata l’idea di Europa, l’idea di democrazia, che dovrebbe essere alla base dell’idea europea, suo principio costituente.
Occorreva arrivare fino a questo punto per capire che il processo di costruzione europea, dopo 65 anni, è bloccato da un intoppo gigantesco,
che va molto al di là delle dimensioni del problema greco, ovvero del 2% del PIL e del 3% del debito europeo?
Un continente che non è capace a gestire una crisi di queste dimensioni è bene che rifletta rapidamente su cosa deve cambiare, se vuole sopravvivere.
Ancora questa mattina le notizie che giungono sono contraddittorie e prevale il pessimismo. Fa male sentire parlare di aiuti umanitari in partenza per la Grecia. A questo siamo arrivati?
La questione anima e contrappone schieramenti diversi. Noi ci limitiamo a constatare che le ricette proposte dalla troika, dopo diversi anni di tagli e austerity, non hanno funzionato e hanno messo in ginocchio il paese. Dobbiamo ancora una volta constatare che i modelli economici ereditati dai secoli passati sono falliti. Dobbiamo cambiare rapidamente paradigma e modi di pensare, dobbiamo costruire l’economia sostenibile, dobbiamo ripartire dalle esperienze e dalla “cultura del bio”.
Siamo vicini agli amici greci e alle città che già hanno aderito alla nostra rete, ovvero: Rigas Feraios (Ρήγας Φεραίος), Tyrnavos (Τύρναβος), Lokri (Λοκροί) con cui ci proponiamo di sviluppare ulteriormente la collaborazione nelle prossime settimane.
Abbiamo chiesto a Teodoro Sdroulias, Ambasciatore delle Città del Bio per la Grecia di inviarci un suo commento, che vi riproduciamo di seguito.
La Grecia di oggi e la Grecia di ieri.
Non vorrei incominciare raccontandovi quello che e successo nel recente passato, perché tutti siete informati e lo conoscete.
Oggi, però, la situazione in Grecia è molto cambiata, è tutto diverso. Il problema non è andare alla ricerca dei colpevoli, delle cause di questa situazione. Quello che conta oggi è trovare urgentemente una soluzione, non solo per la Grecia, ma per tutta l’Europa, visto che la situazione della Grecia potrebbe contagiare altri paesi e aprire scenari imprevedibili, nonostante le rassicurazioni e i tentativi di marginalizzare la questione. In un mondo globalizzato si è interconnessi, nel bene e nel male.
Noi Greci, il popolo, persone non impegnate politicamente, in questi giorni abbiamo cercato di resistere tutti insieme e di mantenere la calma, nonostante la preoccupazione crescente. Oggi vogliamo mandare un messaggio a tutti voi: vogliamo continuare a credere in un futuro per l’Europa, vogliamo un futuro per nostri figli, vogliamo un domani migliore in Europa.
In tutti questi anni abbiamo cercato e sviluppato una collaborazione con tutti i paesi europei, con livelli di amicizia molto alti, specialmente con l’Italia, a cui siamo legati fin dall’antichità da una storia e da una cultura comune. Si é creata una fiducia reciproca e vogliamo continuare a camminare insieme con tutti voi su questo progetto che si chiama Europa. Però senza ricatti e senza richieste assurde, tanto più se abbiamo sperimentato che non funzionano, con condizioni che alla fine non potremmo rispettare, con costi insopportabili per il popolo.
La Grecia é un paese che ha una popolazione di poco superiore a quella della Lombardia (11,3 milioni di abitanti ndr), non siamo tanti, siamo un piccolo paese che lotta con dignità e coraggio, un paese con una storia antica.
Per quanto concerne il voto al referendum di domenica scorsa, i greci hanno votato no, che significa “no, non possiamo più resistere così, con le regole che ci impone la troika, con questo tipo di politica che è stata applicata, cioè tasse, tasse, tasse, tutti i giorni e tagli, continuamente sospesi sull’orlo di un precipizio, disprezzati fino al punto che la nostra uscita dallEuropa lascia indifferenti molti paesi, che anzi la auspicano. Per sei anni il popolo Greco ha subito tutto questo, ogni giorno. Alla fine abbiamo detto BASTA!, vogliamo costruire nuove premesse, rendere possibile un nuovo inizio, con regole che possiamo essere in grado di rispettare.
Vogliamo camminare tutti insieme con voi in Europa.
Però, dovete capire che con 320 euro di pensione al mese, una persona che ha lavorato per più di 35 anni non può riuscire a vivere.
La Grecia ha un futuro in Europa, con l’euro, collaborando e rispettando le regole comuni, comprese le regole della democrazia, che i mercati e la finanza il più delle volte calpestano.
L’Europa non può esistere senza la Grecia e la Grecia non può immaginare il suo futuro senza l’Europa.
La Grecia è un ponte, un punto di incontro tra est e ovest, é un paese che può essere tramite di pace e di collaborazione tra culture diverse.
Noi in Grecia vogliamo un’Europa per tutti, insieme, senza divisioni tra ricchi e poveri.
Perché Europa deve significare rispetto per tutti, democrazia e una politica che assicuri a tutti un futuro migliore.
Non é il caso qui di analizzare chi in Grecia ha rubato e chi no, anche se questa realtà esiste: ci sono alcuni che, negli anni, hanno distrutto economicamente il paese. Nessuno, purtroppo, è mai andato in galera e la famosa “lista Lagarde”, con i nomi degli evasori non ha mai portato a condanne. E una questione di rispetto per tutti, per il popolo che non ha mai rubato, è una questione di giustizia.
Spero che in futuro ci sia di nuovo l’occasione per me di scrivere anche altri articoli per gli amici degli altri paesi. Posso, però, testimoniare che la rete europea delle Città del Bio può fare molto per questo progetto di un nuovo futuro, incentrato sui territori e sulla loro valorizzazione, su un’economia finalmente sostenibile.
L’Europa è un grande sogno, che noi tutti assieme dobbiamo portare a concretizzarsi positivamente.
Anche in Grecia siamo convinti che questa terra ci è stata affidata dai nostri figli. E dobbiamo restituirla a loro, integra, perché possano vivere felici!