L’Assemblea dei soci di Città del Bio riconferma Antonio Ferrentino Presidente

L’assemblea dei soci dell’Associazione nazionale Città del Bio - presieduta da dicembre 2014 dal Consigliere regionale del Piemonte Antonio Ferrentino - si è riunita a Torino il 13 ottobre 2015; tra i punti all’ordine del giorno la riconferma, alla guida, dell’attuale presidente e degli organi del Consiglio nazionale e della giunta esecutiva.

I nuovi componenti della giunta esecutiva:

  1. Antonio Ferrentino - Presidente - Consigliere regionale Piemonte e consigliere comunale Sant'Antonino di Susa.
  2. Bruno Manzi - Vicepresidente vicario - consigliere comunale di Morlupo (Rm), presidente consiglio nazionale Legautonomie, vice presidente ANCI Lazio.
  3. Andrea Cerrato - Vicepresidente - Assessore  Agricoltura, Turismo, Promozione del Territorio della Città di Asti.
  4. Lino Nicola Gentile - Vicepresidente - Sindaco di Castel del Giudice.
  5. Sonia Ricci - vicepresidente con delega al rapporto con le regioni - Assessore all'Agricoltura della Regione Lazio.
  6. Claudio Serafini -  vice presidente con delega alla costruzione della rete europea delle città del Bio - già presidente di Città del Bio ed ex assessore di Pienza.

I Coordinatori regionali:

  • Piemonte: Alfredo Cimarella, Sindaco di Buttigliera Alta
  • Campania: Sabato Vecchio, Consigliere del GAL Cilento

Un’Associazione di soli Enti Pubblici

Città del Bio esplicita il suo carattere di Associazione senza scopo di lucro di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni italiane che operano per adottare politiche attive nel settore dell’agricoltura, dell’alimentazione, della tutela dell’ambiente, finalizzate in primo luogo a promuovere l’agricoltura biologica.

Gli enti pubblici associati a Città del Bio sono amministrazioni attente allo stato dell’ambiente nel proprio territorio, alla qualità dell’alimentazione della popolazione a cominciare dalla ristorazione collettiva, alla conservazione del paesaggio, agli stili di vita improntati alla salubrità, all’estensione delle reti di relazione basate sul concetto di comunità, all’attuazione di politiche che consentano di tendere alla piena occupazione e all’equilibrio economico, alla presenza e l’incremento di attività produttive in grado di garantire la sostenibilità ambientale, alla crescita culturale, alla capacità di conciliare i tempi di lavoro e quelli di vita, alla solidarietà interpersonale operando quindi affinché nei propri territori la parola d’ordine sia quella del “ben vivere”.

Città del Bio è consapevole che l’Italia non è un’isola ma pienamente integrata nell’economia globalizzata; ha quindi particolare attenzione alla creazione di reti internazionali di enti locali e regionali che condividano i medesimi obiettivi.

Città del Bio favorisce la costituzione della Rete in corso di formazione denominata “European organic cities network che avrà sede a Bruxelles e a cui aderirà favorendo l’allargamento della rete europea a reti nazionali di città e regioni del territorio dell’Unione, con lo scopo di costituire uno strumento di pressione nei confronti delle politiche delle Istituzioni dell’Unione Europea, rispetto agli obiettivi che intendiamo raggiungere.

Analogamente Città del Bio favorirà la costituzione di una analoga rete dell’Area dei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, intendendo svolgere il ruolo di cerniera tra il nord e  il sud del mondo, tipico di quello che la penisola Italica ha sempre svolto nella propria millenaria storia.

La produzione ed il consumo di prodotti agro-alimentari provenienti da agricoltura biologica – ma anche in altri settori, da quello tessile a quello della cosmesi, fino alla bioedilizia – è in consistente costante incremento, nonostante la crisi economicaCittà del Bio sente l’obbligo di attivare iniziative che facciano dialogare produzione e consumo. Per tali ragioni stipula intese, accordi e collaborazioni con le principali associazioni dei produttori, dei consumatori, dei prestatori di servizi, che vadano nella direzione di favorire un nuovo modello distributivo tale da privilegiare sempre la stagionalità; favorire la filiera corta e i prodotti del territorio; garantire la piena tracciabilità nonché un adeguato prezzo alla produzione contenendo il prezzo al consumo.